L’esperienza gastronomica marchigiana offre sempre esperienze decisamente intense e piacevoli, da Nord a Sud, dalla cucina di mare a quella di terra. E’ proprio la varietà una delle sue maggiori ricchezze e la zona del Conero non fa eccezione. Anche qui ho avuto l’occasione di assaggiare alcune specialità della cucina tipica delle Marche che vi consiglio di provare se visitate questo splendido Parco.
Quello che possiamo definire il re dei piatti tipici del Conero, un prodotto che si trova solamente in questa zona, è il “mosciolo”, un mollusco selvatico che cresce in gran parte sullo scoglio del Trave, di fronte alla frazione di Portonovo, e in alcuni scogli tra Pietralacroce e Sirolo.
Un prodotto posto sotto il presidio Slow Food per la sua qualità e la necessità di preservarne la produzione, così come ci ha raccontato durante la nostra visita il Direttore della Cooperativa di Pescatori di Portonovo, impegnata da tempo a garantirne la provenienza e la tracciabilità. Un mestiere affascinante quello della pesca del mosciolo, che necessita di subacquei che si immergano per prelevare questi molluschi durante la stagione del suo sviluppo, da aprile a ottobre.
Io ho avuto l’occasione di degustarli in diverse varianti da Marcello, una graziosa trattoria sulla spiaggia di Portonovo: dalla versione più classica, ovvero freschi e senza condimenti, a quella che li vede aperti in pentola e conditi con aglio, olio e pepe, dalla variante gratinata al condimento per gli spaghetti, accompagnati da un fresco verdicchio dei Castelli di Jesi. Veramente una delizia, in qualsiasi modo vengano preparati.
Il pesce è certamente un protagonista indiscusso della cucina tipica del Conero, dai molluschi alle zuppe e brodetti, dal polipo agli spaghetti allo scoglio, fino a vere e proprie prelibatezze come il baccalà all’anconetana che ho assaggiato all’Osteria Sirolo, cotto sui carboni e servito con crema di patate e pomodoro arrostito.
Anche le specialità di terra però regalano grande soddisfazione come il maialino marchigiano alla brace, leggermente impanato e tenerissimo, da accompagnare per esempio con un Rosso Conero, un vino DOC fortemente fruttato prodotto nella provincia di Ancona.
Grandi protagonisti della tavola delle Marche anche i salumi come il ciauscolo e la coppa marchigiana, da gustare con un formaggio di fossa o un pecorino, accompagnati dalla crescia sfoglia appena sfornata, protagonisti anche del nostro pranzo all’agriturismo e maneggio Il Corbezzolo, dove abbiamo provato anche le verdure stagionate all’anconetana.
E i dolci tipici delle Marche? Tradizionali, fatti con ricette semplici ma gustose, spesso preparati con ingredienti avanzati della cucina quotidiana come la torta di pane che abbiamo assaggiato all’Osteria del Poggio, il bostrengo (conosciuto anche con il nome di “pulisci credenza”)o il ciambellone, da accompagnare con un bicchiere di Turchetto, un liquore a base di caffè tipico di questa zona.
Ho scoperto che di questa bevanda ognuno ha la sua ricetta segreta e che spesso la gente del posto si trova a discutere per rivendicare la versione migliore. D’altro canto, è anche questo il fascino delle tipicità di un territorio no? Quando i piatti fanno parte del vissuto e ognuno li sente un po’ come i propri.
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