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Impressioni di un viaggio a New York


Posted by cristina on 12 gen 2016 / 18 Comments
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Prima di raccontarvi nel dettaglio itinerario, esperienze, attività che ho fatto nel mio viaggio a New York, voglio condividere con voi qualche pensiero su questa città e sulle impressioni che mi ha fatto. Ho iniziato a scrivere di ritorno dall’aereo perché avevo bisogno di riordinare un po’ le idee e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, per chi di voi c’è stato.

Faccio una doverosa premessa: si tratta di pensieri sparsi assolutamente personali e frutto di un viaggio di 10 giorni in cui ho avuto occasione di girare la città nei suoi principali quartieri. Non ho la pretesa di conoscerla a fondo, ci vorrebbero certamente più tempo e più occasioni per tornare per rivederla in contesti diversi, tuttavia mi sono fatta un’idea generale ed effettivamente qualche suo aspetto mi ha lasciata un po’ perplessa.

La città è un concentrato di vita, di attività, di luoghi assolutamente unico e sicuramente interessante. Ho visitato alcuni tra i più grandi e importanti musei al mondo, percorso strade rese famose da serie tv e artisti internazionali che mi sembrava già di conoscere, assaggiato cucine da tutto il pianeta, assistito a spettacoli superbi in alcuni dei teatri più illustri esistenti. Ho vissuto la città di giorno e di notte, chiacchierato con persone del posto ma anche expat e viaggiatori di altri Paesi. Di certo a New York non ci si annoia e le occasioni per stupirsi di ciò che può offrire non mancano. Tuttavia ho scoperto anche il lato meno poetico di abitare in una metropoli, molto di più che in altre grandi città che ho avuto occasione di visitare.

Le persone vivono in un costante “frullo” quotidiano e corrono, corrono in continuazione. Per prendere la metro, per raggiungere l’ufficio, per prendere il caffè. Quando entri per ordinare qualcosa i commessi sono sempre sorridenti e ti rivolgono un cordiale “How are you?” che all’inizio ti lusinga. Poi ti rendi conto che hanno detto lo stesso a quello prima di te e che lo diranno, esattamente allo stesso modo, a quello dopo. Ti rendi altrettanto consapevole che anche se tornassi per dieci giorni di fila nello stesso bar non ti riconoscerebbero perché di lì passa talmente tanta gente che sei destinato a rimanere uno dei tanti avventori del locale senza un nome. Magari qualcuno mi smentirà, ma è una sensazione chiara che ho provato per tutto il tempo che ho passato qui. D’altro canto hanno tutti sempre una tremenda fretta di ritirare il proprio beverone, chiuso in un bicchiere di cartone col coperchio in plastica, che certo non facilitano la cosa. Non posso non pensare a quei bar o ristoranti qui in Italia, dove i camerieri ti chiamano per nome e sanno esattamente che cosa ordini (rigorosamente in tazza e piattino). Un altro mondo.

La sensazione di anonimato che provi girando per le strade della città, mescolandoti al viavai della gente, ha sicuramente i suoi lati positivi: qui puoi girare vestito come ti pare e puoi avere la pelle o i capelli di qualsiasi colore che nessuno ti bada, perché a nessuno fondamentalmente importa qualcosa. Che differenza con i nostri piccoli paesi dove sparlare di qualcuno o guardarlo dall’alto in basso è uno sport quotidiano! Non riesco però a non percepire al contempo la solitudine di questa condizione, un leggero senso di desolazione nell’essere uno in mezzo a tanti ad alimentare questo fiume inarrestabile di gente che va e viene.

Una delle cose che più mi sono rimaste impresse di New York sono i panorami dalla cima dei grattacieli di sera, quando una miriade di luci illuminano i palazzi creando un effetto che non fatico a definire magico. Vi confesso però, con altrettanta sincerità, che dover alzare la testa al massimo per vedere un lembo di cielo, coperto dalle miriadi di edifici e grattacieli altissimi che costellano Midtown e il quartiere finanziario, mi ha messo un po’ a disagio e che in alcuni momenti ho sentito un senso di oppressione e di mancanza d’aria. Meno male che ci sono quartieri come il Village dove i grattacieli lasciano il posto a deliziose case di pochi piani in mattoni rossi. Decisamente un altro contesto urbano.

Qui a New York tutto è grandioso: le vetrine illuminate a giorno dei negozi, la farcitura maxi delle torte che stanno in bellavista nelle vetrine delle pasticcerie, i mastodontici edifici di Manhattan. Tutto brilla, ogni cosa è curata per dare un’dea di grandezza. All’inizio ti sembra di essere in un Luna Park, nel set di un film, perchè è tutto fantastico, luccicante, mai visto (soprattutto nel periodo natalizio). Alla lunga vi confesso però che ho avuto la sensazione che dietro la ricca apparenza non ci sia sempre del contenuto. E’ la stessa impressione che ho avuto delle persone che vivono e lavorano qui: sono tutti gentili e sorridenti, forse come noi non siamo abituati, ma allo stesso tempo freddi e distaccati. Non so, ma a differenza di altre volte non sono riuscita a sintonizzarmi con questo luogo, non ho sentito l’anima di New York. Ci ho camminato, mangiato e vissuto per 10 giorni ma non mi ha lasciato emozioni particolari. So che per tante persone è il contrario e che questa città entusiasma tantissimi viaggiatori. Bè, devo dire che per me non è stato così, nonostante (lo ripeto), l’ho trovata interessante sotto tanti punti di vista.

Sapevo già prima di partire che questo non sarebbe stato il mio viaggio ideale, preferendo mete meno “urbane” con una natura molto più presente, ma ci tenevo comunque a farlo e penso tutt’ora che sia valsa la pena visitare New York. Ecco, non avrei pensato di desiderare (cosa assolutamente anomala per me) di tornare a casa presto.

Da quest’esperienza mi porto dietro molto, perché molto ho fatto in questi 10 giorni. Ve lo racconterò presto. Questo viaggio però mi ha fatto riflettere, forse più di altri, sulla cultura cui appartengo, cui sento oggi di appartenere ancora di più.

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Ultima risposta il aprile 28, 2017
  1. @cristinapasin
    Guarda gennaio 12, 2016

    Impressioni (assolutamente personali) di un viaggio a New York https://t.co/3sSg1waQp5 #riflessioni https://t.co/IDlJA3uNb3

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    Rispondi
  2. Camilla
    Guarda gennaio 12, 2016

    Verissimo! New York è una città che ti butta in un caos che non sarai mai pronto ad affrontare, capire e vivere (anche se leggi tante guide, articoli e post prima di partire). Personalmente amo New York per altri motivi, anche se ci tornerei altre migliaia di volte a vederla: credo che, ogni volta, ci sarebbe qualcosa di nuovo da scoprire

    Rispondi
    • cristinarispondi:
      Guarda gennaio 12, 2016

      Su questo non c’è dubbio!

      Rispondi
  3. Lucia
    Guarda gennaio 12, 2016

    Bello conoscere anche un punto di vista diverso dal solito… Mi hai addirittura messo ancora più curiosità di vederla!

    Rispondi
    • cristinarispondi:
      Guarda gennaio 12, 2016

      Questo mi fa molto piacere! Poi mi racconterai le tue impressioni :-)

      Rispondi
  4. Elisa
    Guarda gennaio 29, 2016

    Ciao Cristina! Ho letto questo post quando lo hai scritto ma solo ora riesco a fermarmi a commentare..
    Che dire? Io adoro New York per una serie di eventi/coincidenze però mi ha fatto sorridere il tuo post perchè hai pienamente ragione!
    Sarà quella sorta di anonimato che me la fa amare così tanto anche? Non ci avevo mai pensato ma devo dire che il tuo post mi fa riflettere.. Sono curiosa di leggere gli altri tuoi post!
    Pur essendo amante della natura ed avendo provato finalmente l’Asia devo dire che il distacco è forte e tendo a preferire i viaggi a contatto con le persone ovviamente, però New York mi manca spesso e mi richiama a lei ogni volta che posso..

    Rispondi
    • cristinarispondi:
      Guarda gennaio 29, 2016

      Ciao Elisa! In realtà sono in tanti ad amare questa città e non faccio fatica a crederci, offre mille stimoli. i miei sono pensieri personali e per quel che mi riguarda amo il contatto personale e quello con la natura, sono decisamente più adatta a viaggi più “wild” :-)

      Rispondi
  5. Corrado e Sara
    Guarda aprile 24, 2017

    Ciao Cristina e complimenti per il tuo blog! Il tuo punto di vista su New York è interessantissimo. Noi all’anonimato abbiamo percepito la sensazione opposta. Quasi di essere delle stelle, perchè ci si sente come essere al centro del mondo. Comunque bell’articolo!
    Noi parliamo spesso di viaggi e di New York sul nostro blog, ma dal punto di vista del fotografo.
    http://www.ishoottravels.com

    Rispondi
    • cristinarispondi:
      Guarda aprile 26, 2017

      Ciao Corrado, ciao Sara, grazie di essere passati di qua. Anche la fotografia può raccontare tanto, in bocca al lupo per il vostro progetto!

      Rispondi
      • Corrado e Sararispondi:
        Guarda aprile 28, 2017

        Grazie, crepi il lupo ;)
        Seguiremo con piacere i tuoi racconti :D

        Rispondi

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