La montagna mi restituisce sempre una grande tranquillità interiore, per questo la amo profondamente. Ogni giornata che passo camminando tra boschi, valli e pendici spazza via i pensieri negativi e mi restituisce il sapore autentico delle cose (ne ho parlato ampiamente qui). Per questo quando si è presentata l’opportunità di partecipare a un trekking sull’Appennino bolognese in occasione di It.a.cà, il festival del turismo responsabile (di cui AITB è media partner), ne ho approfittato per regalarmi una giornata di immersione nella natura. Una natura, quella dell’Appennino, che mi piace molto perché ancora preservata, grezza, vera, una natura che mi ricorda molto quella delle montagne del mio Friuli.
La perfetta organizzazione della giornata, programmata per il festival dalla Cooperativa Madreselva, è stata affidata a Officina 15, un’interessante Associazione culturale che si occupa di rivalutare e rilanciare il territorio dell’Alto Appennino Bolognese promuovendo l’aggregazione attraverso forme e progetti di arte e creatività.
L’appuntamento è a Castiglione dei Pepoli, nel piccolo centro di questo borgo dove abbiamo incontrato Salvatore, guida naturalistica locale, che ci ha accompagnato con i suoi racconti per tutta la camminata mescolando, storia, tradizioni, botanica, detti popolari e…tanto amore per la sua terra, che ci ha saputo trasmettere con grande entusiasmo. Per noi questa giornata è stata particolarmente bella anche perché è stato il primo trekking con il nostro bimbo (Alessio è stato la mascotte del gruppo).
Dopo poche parole su Castiglione e la sua storia ho capito subito che questo non è solo un piacevole borgo di montagna situato tra Emilia e Toscana ma un paese dalla forte identità, noto già ai tempi degli Etruschi e dei Romani, terra di confine tra Bizantini e Longobardi prima, possedimento dei signori locali poi, fino a diventare punto di passaggio della linea Gotica. Il suo periodo d’oro è stato indubbiamente quello che va dal 1400 al 1800 circa, quando la città è passata sotto il dominio della famiglia Pepoli da cui prese (anzi cambiò) il nome. Di quell’epoca sono il palazzo municipale, l’antica residenza di famiglia, contornato da mura e un po’ tutta l’urbanistica di Castiglione.
Il trekking a Castiglione dei Pepoli però è anche un’occasione speciale per capire la cultura e le tradizioni dell’Appennino, profondamente legate alla montagna e a quello che da secoli offre ai suoi abitanti: sostentamento, lavoro, rifugio. Lo capiamo bene quando dal paese imbocchiamo il sentiero che ci porterà a Monte Baducco, la nostra meta, alle pendici del Monte Gatta. Attraversiamo un bosco di castagni, per secoli la principale fonte di sostentamento della popolazione locale con la sua preziosa farina, per poi trovarci circondati da faggi, preziosi per la legna e la carbonificazione di cui gli abitanti di Castiglione erano specialisti, come ci racconta Salvatore. Un equilibrio perfetto tra uomo e natura, tra la necessità di reperire le risorse e il rispetto per l’ambiente, un delicato rapporto che oggi abbiamo in gran parte perso. Camminando lungo il sentiero si trovano ancora antiche carbonaie che ricordano la lunga tradizione di queste terre.
Facciamo una breve sosta tra le sparute case di Monte Baducco nella più completa tranquillità, mentre Salvatore ci incanta con i suoi racconti del lupo appenninico, che dagli anni ’70 è tornato ad abitare la sua antica casa grazie a programmi specifici di tutela. Ci aspetta ancora una tappa prima di rientrare a Castiglione, mentre attraversiamo prati pieni di orchidee selvagge. Lo sapete che in Appennino se ne trovano 70 specie diverse? L’ultima sosta la facciamo sdraiati sull’erba a pochi metri dal rifugio Ranuzzi Segni, ristrutturato e dato in gestione alla sottosezione del CAI.
Mi sono ripromessa di tornare presto qui per percorrere altri sentieri e ascoltare altre storie di montagna, anche perché per gli appassionati di trekking come me c’è un percorso assolutamente da non perdere, inaugurato da poco: la Via della Lana e della Seta, un trekking che permette di attraversare le bellezze naturali dell’Appennino tosco-emiliano congiungendo due città storicamente importanti come Bologna, capitale della seta, e Prato, presidio commerciale della lana e del tessile.
Se volete saperne di più su questo e altri trekking sull’Appennino vi lascio i contatti: