Uno dei luoghi che ho amato di più del mio viaggio in Myanmar è stato indubbiamente il lago Inle, tra villaggi su palafitte, orti galleggianti, isolotti con suggestivi templi buddisti e montagne costellate di villaggi tradizionali. E’ indubbiamente uno dei luoghi più visitati del Paese ma questo non toglie nulla al fascino di questo posto. La base di partenza più nota per le escursioni al lago Inle è la cittadina di Nyaungshwe che abbiamo raggiunto all’alba dopo un lungo viaggio in bus notturno da Bago. Questa è stata l’unica volta in tutto il tour in cui non avevamo prenotato l’alloggio e ci siamo affidati al taxista perchè erano le sei del mattino. Alcune strutture erano piene e abbiamo dovuto prendere l’ultima camera rimasta al Remember Inn, che è un albergo ben tenuta con un bel bungalow in giardino tutto per noi, tuttavia se ci fossimo organizzati prima avremmo speso sicuramente meno (posto che il costo è stato comunque di 35 dollari). Vi consiglio di prenotare sempre le strutture in anticipo, anche solo il giorno prima.
Giro in barca sul lago Inle
Attraverso la guesthouse abbiamo prenotato un giro in barca sul lago Inle (10.000 k), il barcaiolo è venuto a prenderci e ci ha accompagnato alla sua barca. Siamo scivolati con una tipica imbarcazione dalla forma allungata lungo le placide acque della principale risorsa del territorio: attorno a questo lago sorgono villaggi di pescatori e artigiani e ogni giorno in un villaggio diverso si svolge un mercato contadino.
Il lago è famoso anche per i pescatori intha che muovono le loro barche con un unico remo governandolo con una gamba: alcuni di loro si mettono palesemente in mostra per intrattenere i turisti e farsi fotografare per qualche dollaro; più avanti, è possibile invece osservare i veri pescatori all’opera mentre raccolgono il pesce e le alghe sulle ceste di reti. La prima tappa è stata a un villaggio di tessitori, dove è possibile scendere dalla barca a e guardare il lavoro quotidiano delle donne che lavorano artigianalmente la seta e il cotone. Naturalmente non mancano forniti bazar dove mettere mano al proprio portafoglio.
Abbiamo anche visitato un laboratorio dove tessono alcune donne Padaung, le famose donne giraffa. Ammetto che ero molto curiosa di vederle dal vivo, ma anche molto combattuta perchè il confine tra la spontanea curiosità verso verso la conoscenza di etnìe antiche e affascinanti e lo sfruttamento turistico che spesso ne consegue è davvero molto sottile.
Proseguendo il giro abbiamo attraversato altri villaggi di palafitte, fino ad arrivare a Thaung Thut dove abbiamo raggiunto a piedi un monastero con una serie di stupa imbiancati a calce. Eravamo praticamente soli e intorno alle guglie degli stupa risuonavano migliaia di piccole campanelle mosse dal vento, componendo una melodia dolce e quasi ipnotica. Un momento di quiete che ho apprezzato moltissimo, la stessa che abbiamo incontrato al monastero dei gatti che saltano (Nga Hpe Kyanung).
Oltre l’ampia sala della meditazione abitata da alcuni felini che però sonnecchiavano, si trova un pontile in legno dove ci si può sedere per ammirare lo stupendo paesaggio lacustre dai colori accesi, mentre piccole imbarcazioni locali di contadini e pescatori si susseguono lenti trasportando merci nel loro tram tram quotidiano. Abbiamo fatto un salto in uno dei mercati itineranti del lago e un giro agli orti galleggianti, veri e propri tappeti di alghe sospesi sull’acqua, prima di rientrare a Nyaungshwe.
Trekking sul lago Inle
Il giorno dopo, sempre attraverso la guesthouse, abbiamo prenotato due giorni di trekking sul lago Inle (35 dollari). Diversamente dal programma classico, che prevede un percorso dal lago alla cittadina di Kalaw, la nostra guida ha scelto un itinerario alternativo portandoci sulla montagna Thandaung a piedi da Nyaungshwe. Il percorso si snoda attraverso sentieri e stradine collinari che attraversano piccoli villaggi pa-o, campi coltivati e risaie, regalando scorci suggestivi di vita rurale.
Dopo la visita a un orfanotrofio circondati da bambini vispi e curiosi, ci siamo fermati da un coltivatore di tabacco per osservare la lavorazione delle foglie proseguendo poi verso la foresta, fino a raggiungere un’abitazione dalla tipica forma a palafitta dove ci hanno servito il pranzo a base di piatti locali: zuppa, noodles, verdure speziate, avocado. Incontriamo alcuni contadini impegnati nel lavoro nei campi e la guida, strada facendo, ci racconta usi e tradizioni delle popolazioni che abitano questa collina.
Al tramonto arriviamo in un piccolo villaggio dove ci ospita una famiglia. Saliamo veloci la piccola collina in cima dalla quale sorge una scuola. Mentre i bimbi si rincorrono nel cortile noi ci sediamo su una panca di legno, accendiamo il sigaro acquistato dal produttore di tabacco e ci godiamo il sole che cala sulla verde vallata. La sensazione è quella di trovarsi un po’ fuori dal mondo, a contatto con un piccolo mondo in tutto e per tutto diverso dal nostro e proprio per questo affascinante. La sera ceniamo tutti assieme, oltre a noi c’è un altro gruppo di ragazzi. La grande sala nella quale siamo sistemati è l’ambiente principale della casa. Qui le famiglie condividono tutto e trascorrono la maggior parte del tempo: mangiano, chiacchierano, si vestono e dormono.
L’ambiente è decisamente rustico e spoglio. Non c’è nulla se non un paio di tavolini bassi e tappeti. E’ proprio qui che abbiamo trascorso la notte. Non avevo mai dormito per terra, e certo non è stato comodo (faceva anche un gran freddo), però abbiamo avuto l’opportunità di condividere la vita con queste persone per una sera. Abbiamo parlato con loro, giocato con la loro bambina, mangiato nei loro piatti. Queste sono le esperienze che amo fare in viaggio e questa è stata una delle più belle fatte in Myanmar. La mattina seguente dopo la sveglia all’alba abbiamo ripreso il cammino verso Nyaungshwe non senza sostare ancora presso alcuni villaggi e case di contadini, tra campi di fieno e magnifiche vedute sul lago.
Mi raccomando, portatevi qualcosa di pesante perchè la notte fa veramente freddo e ovviamente non c’è il riscaldamento. Non servono scarpe da trekking particolari, il percorso è molto dolce e non è faticoso. Portatevi una buona dose di spirito di adattamento, quella sì.
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Ciao Cristina,
Innanzi tutto grazie: sto organizzando il mio viaggio il Myanmar, dai tuoi post ho ricavato tanti preziosi consigli!
Volevo chiederti se ricordi o hai un contatto della agenzia con cui avete organizzato il trekking sulla montagna Thandaung.
Grazie ancora!
Arianna
Ciao Arianna,
l’ho trovato tramite l’albergo nel quale alloggiavo!
Ciao Cristina, grazie per questo bel racconto. Più o meno quante ore di cammino sono per il trekking sulla montagna Thandaung? Ricordi il nome del tuo albergo dove lo hai prenotato?
Ciao Giulia,
è un piacere! Non è un trekking difficile nè troppo impegnativo, con le varie soste si cammina qualche ora ma è fattibilissimo. Purtroppo non ricordo il nome dell’albergo ma non ti preoccupare, tutte le strutture della zona organizzano questo tour più o meno con lo stesso prezzo.
Grazie!