Questa è una di quelle avventure che uno conserva nei propri ricordi per tutta la vita. Di quelle che quando la racconti non ci credi neanche tu di aver vissuto davvero. Torno a parlarvi del mio viaggio in Sri Lanka per portarvi tra la fitta e misteriosa vegetazione dell’ultimo tratto di foresta pluviale vergine del Paese, la riserva di Sinharaja, dichiarata dall’UNESCO Patrimonio mondiale dell’Umanità.
Si trova a circa 120 km da Colombo, a Sud della Hill Country, nella parte più bassa della zona collinare tappezzata dalle coltivazioni di tè. Arrivarci non è particolarmente agevole, anche se a dire il vero io ho percorso la via più difficile da Ratnapura, passando per Rakwana, dove abbiamo dovuto percorrere l’ultimo tratto di collina in tuk tuk perchè la strada era interrotta. Il momento migliore per arrivare qui è la sera, alloggiando in un lodge o guesthouse proprio alle porte della riserva, per poi partire al mattino dopo e dedicare almeno mezza giornata ad esplorarla. Noi abbiamo scelto il Sinharaja Rest, un posto che ci è piaciuto molto perchè immerso nel verde, semplice ma accogliente e la famiglia che lo gestisce è davvero disponibile. Abbiamo fatto lunghe chiacchierate la sera con loro parlando della foresta, di cui sono grandi conoscitori e appassionati (il padre è proprio una guida ufficiale).
Al mattino prima di partire per il tour alla riserva Sinharaja, organizzato dalla guesthouse, ho assaggiato una delle specialità dello Sri Lanka e di questa zona in particolare: il curd, una sorta di yogurt di latte di bufala accompagnato dal jaggery di kitul, una melassa prodotta con la linfa della palma omonima che gli abitanti del posto hanno il permesso di raccogliere.
Sì, perchè la foresta è davvero piena di risorse, con una flora e una fauna uniche in tutto lo Sri Lanka e proprio per questo da preservare a tutti i costi. Ha un’estensione di quasi 19.000 ettari e un’ampiezza di circa 21 km. Un tempo era molto più estesa ma l’azione di disboscamento, fortunatamente interrotta dal governo alla fine degli anni ’70, ha provocato danni irreparabili.
La foresta di Sinharaja è un vero e proprio paradiso della natura: vi si trovano oltre 200 tipi di alberi endemici dello Sri Lanka, 45 specie di rettili di cui la metà nativi, e 147 specie di uccelli. Qui si può osservare un fenomeno tipico davvero incredibile: in questa zona umida piove in continuazione, le nuvole sono in perenne spostamento e mentre si visita la foresta il sole si alterna alla pioggia senza sosta durante tutto il percorso. La visita del parco di Sinharaja si fa solamente con una guida autorizzata in grado di raccontare ogni aspetto più affascinante di questo luogo. Credetemi, se ci andaste da soli, vedreste un terzo degli animali presenti nella riserva! E’ pazzesco come queste guide intravedano a metri di distanza minuscoli serpenti, insetti e ragni perfettamente mimetizzati tra gli alberi e nel terreno.
Mi raccomando, il parco (essendo una zona molto umida) è infestato dalle sanguisughe. Dovete premunirvi indossando pantaloni lunghi e mettendoci i calzini sopra. Questi simpatici (mica tanto) animaletti salgono dal terreno e cercano di infilarsi per trovare la pelle e iniziare a succhiare. Non preoccupatevi sono molto piccoli e al massimo li cacciate via con un pizzicotto, però è meglio prepararsi. La visita inizia con una passeggiata tra le piantagioni di tè e i villaggi che vivono di coltivazione e raccolta delle erbe.
E’ un luogo pieno di pace e tranquillità che ti conquista subito per la sua atmosfera misteriosa: addentrandosi nella fitta vegetazione ti senti avvolto dall’abbraccio della natura e sai che ad ogni angolo si nascondono insospettabili presenze silenziose che poco a poco inizi a scoprire e a fotografare, perchè così da vicino non le hai mai viste (e difficilmente le rivedrai).
La riserva ospita animali affascinanti come gli scoiattoli giganti indiani, i varani e alcune specie di scimmie ma anche rettili più o meno velenosi come le vipere verdi e ragni di diverse specie.
Mi perdo nell’ammirare alberi e piante dalle fattezze più strane, alcuni vecchi centinaia di anni, altri alti fino a 40 metri. Qui la natura è un’esplosione di colori, forme, suggestioni. Dopo un paio d’ore di trekking nella foresta pluviale sbuchiamo in una radura e attraversiamo saltando tra i massi il fiume che attraversa questo tratto di parco.
Facciamo una sosta per mettere i piedi in acqua e farci fare la pedicure dai piccoli pesciolini che accorrono festosi e mi circondano i piedi. Il momento più bello però arriva quando la guida ci porta ai piedi di una cascata imponente, circondati da un paesaggio che più selvaggio di così non si può. Non ho il costume ma chi se ne frega, non resisto: mi spoglio e mi spingo fin sotto la cascata.
Che meravigliosa sensazione di libertà e di contatto autentico con la natura. Sulla via del ritorno facciamo un ultimo, incredibile incontro: a meno di un metro di distanza da noi, mimetizzata nel tronco di un albero, avvistiamo una tarantola. Sì, avete capito bene: 30 cm di ragno a una distanza davvero, ma davvero ravvicinata.
La guida ci dice che è veramente rarissimo riuscire a vederne una e lui stesso ne è assolutamente rapito. Continua a fotografarla avvicinandosi sempre di più…un pazzo scatenato.
Ci incamminiamo verso l’uscita della riserva, il sole sta calando e tutto si fa ancora più silenzioso e ovattato. Mi volto ancora una volta verso la foresta che per qualche ora mi ha tenuto con sè, facendomi sentire per un pò parte di lei.
Trekking e avventure a Sinharaja, l’ultimo tratto di foresta pluviale dello #SriLanka http://t.co/EoWAa9U1LB http://t.co/odQvGHDQPS
parto dalla fine: una TARANTOLA e voi l’avete fotografata così da vicino??? OMG! Questo santuario naturale è assolutamente da mettere nella to do list! P.S. Non ho capito se quel curd ti è piaciuto. Lo assaggiamo???
E pensa che se non me la faceva vedere la guida, ci sarei passata accanto senza accorgermene! Il curd è buonissimo, da provare!