Credo di avervelo già confessato, ma lo faccio di nuovo: sono una grande appassionata di Medioevo, un periodo storico che ci ha lasciato alcuni dei monumenti, borghi e castelli più belli di tutti i tempi. Tra questi conto sicuramente Gradara e San Leo, due paesi dal fascino incredibile, immersi nella campagna marchigiano-romagnola, che mi hanno davvero conquistato per la loro storia, per la cura con cui sono tenute e l’atmosfera autenticamente medievale che vi si respira. Le ho scoperte quando ho organizzato un weekend a Urbino, di cui vi ho già parlato in un altro post. Vista la vicinanza dalla città dei Montefeltro, vi consiglio davvero di visitare Gradara e San Leo, potete farlo comodamente in giornata muovendovi in auto.
La storia di queste città è indissolubilmente legata ai loro rispettivi castelli, dove si sono sviluppate vicende familiari, nobiliari e dove sono transitati personaggi storici e letterari famosi. Il castello di Gradara è stato niente di meno che il teatro del tragico amore tra Paolo e Francesca descritto da Dante nella Divina Commedia. Ma prima di entrare a visitare la Rocca vi consiglio di fare una passeggiata tra le sue incantevoli vie lastricate, con stupendi edifici in pietra.
Ma non fermatevi alla via principale che conduce al castello. Intrufolatevi nelle viuzze secondarie per respirare un pò di autentica atmosfera medievale. Potete incappare in un’esibizione di tiro con l’arco o incontrare una coppia di donne vestite in abiti tradizionali.
Sì, perchè qui si tengono spessissimo rievocazioni storiche ma anche semplici Domeniche in costume per appassionati. La città è davvero intrisa di questa cultura. Per apprezzare tutta la bellezza di questo borgo bisogna salire sui camminamenti di ronda, che fanno tutto il giro dell’ imponente cinta muraria.
Da qui, oltre a godere di una vista spettacolare sulle colline marchigiane, ci si rende conto della posizione strategica della città, che permetteva di controllare il territorio grazie a una vista che si spinge fino al mare.
Gradara è stata da sempre crocevia di traffici e scontri militari, come quelli tra le casate marchigiane e romagnole. Se avete la fortuna che ho avuto io di trovare una giornata di sole, rimarrete affascinati dal panorama. Bè, adesso è arrivato il momento di entrare nella fortezza.
E’ stata costruita a partire dal 1150 e affidata dopo poco alla famiglia dei Malatesta, che ha costruito le mura e l’ha dominata fino al 1400 quando il Papato la affidò poi agli Sforza. A tal proposito, se siete interessati alla storia dei Malatesta, vi segnalo che anche a Rimini c’è una bellissima Rocca Malatestiana, in pieno centro storico. Potete trovare delle informazioni su rivieraromagnola.net che racconta, in diversi itinerari, la storia di molti palazzi storici romagnoli riconducibili alla famiglia dei Malatesta”.
La rocca passò di mano a numerose famiglie nobili testimoniando la sua strategicità territoriale. In effetti passeggiando tra le ampie sale si respira tutta la storia dei grandi personaggi che hanno vissuto qui, come Lucrezia Borgia, Giovanni Sforza, Isotta e Sigismondo Malatesta. Anche se i due personaggi più famosi sono Paolo e Francesca, che si amarono e morirono tra queste mura.
Completamente diversa è invece la storia della rocca di San Leo, uno dei borghi più belli d’Italia. E quando parcheggiata la macchina vi addentrerete tra le sue vie con le case in pietra, ve ne renderete perfettamente conto.
Ma quello che più colpisce raggiungendo questo Paese è la magnifica posizione della fortezza, abbarbicata letteralmente su una roccia protesa nel vuoto, a più di 600 metri d’altezza.
E’ facile capire che nei secoli è stata contesa da molte famiglie nobili e dal Papato, ma a differenza di Gradara non è famosa per questo ma per essere stata una fortezza militare e una prigione per uno dei personaggi più enigmatici della storia del 700, il conte di Cagliostro. Salendo verso la Rocca si nota molto la differenza: le mura massicce, l’aspetto severo, la mancanza totale di decorazioni.
Eppure entrando e visitando questi ambienti angusti mi sono lasciata completamente sedurre dall’atmosfera misteriosa del luogo. Dalla Sala delle Torture, davvero impressionante, alle minuscole celle carcerarie dove si riesce a percepire l’angoscia di tutte le persone rinchiuse lì nei secoli. Sì, perchè questa è rimasta una prigione fino al 1906. Qui trovò la morte il misterioso Cagliostro, tacciato come stregone e condannato dall’Inquisizione, in realtà un grande studioso e pensatore, come si scopre nel museo allestito ai piani alti della Rocca. La sua morte, come ogni personaggio enigmatico, è avvolta nel mistero e pare che il suo fantasma si aggiri tra le mura di San Leo. Dai ditemi che tutto questo non è affascinante? Io impazzisco per queste cose. Però non vi limitate a visitare il castello, perchè scendendo in paese vi troverete davanti un capolavoro del romanico, la cattedrale dedicata a Leone, e poco distante il più antico monumento del Montefeltro: la Pieve, che è stata costruita nel IX secolo.
Sarà la sua posizione appartata, la splendida vista che si gode da lì, la costruzione su una protuberanza rocciosa, ma è un luogo davvero suggestivo e spirituale. Così come tutto il borgo, uno dei più belli che abbia visitato in Italia.
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