Ve lo dico subito, questo post sarà pieno di “bellissimo”, “splendido”, “incantevole” perché sono le parole che mi escono quando penso a Matera. Se non sopportate queste espressioni fermatevi qui.
Era da tempo che volevo visitare questa città e trovarmi a camminare tra le sue strade e la sua gente è stato al di sopra di ogni mia aspettativa (che era molto alta credetemi). Ecco il racconto del mio weekend a Matera, organizzato con il supporto di Basilicata Turistica (Agenzia Promozione Territoriale Basilicata) e del Comune.
Abbiamo raggiunto la città in macchina attraversando le verdissime colline della Basilicata. E’ possibile anche prendere il treno fino a Ferrandina o a Bari e poi prendere l’autobus, ma avere un auto a disposizione in questa zona è fondamentale perché i trasporti non sono molto capillari. Un’altra soluzione consigliabile è prendere l’aereo fino a Bari (che dista 60 km) e noleggiare una macchina. Si trova facilmente parcheggio non a pagamento appena fuori dal centro storico.
Matera mi accoglie con il caldo abbraccio color ocra dei suoi edifici e con l’eleganza di piazza Vittorio Veneto, un grande ed elegante salotto dove turisti e gente del posto passeggiano a tutte le ore del giorno. Percorrendo i suoi vicoli, mi guardo intorno e mi sembra già di trovarmi catapultata in un altro mondo: gli edifici in pietra, le strade lastricate, gli angoli familiari con il bucato al vento e i cortili fioriti mi portano in una dimensione intima e del tutto particolare.
Ogni viuzza racconta un pezzo di storia della città, dalla parte chiamata ipogeo dove si trovava il livello originario più antico, agli edifici più moderni del barocco e del rinascimento. Ogni particolare architettonico è incastonato in una continuità affascinante e mentre cammini, cercando di orientarti, si aprono improvvisamente scorci e terrazze panoramiche da restare a bocca aperta: lo sguardo d’insieme sulla città è un colpo d’occhio che credo non abbia uguali.
Dal nostro ostello (Le Monacelle a due passi dal Duomo) siamo comode per visitare i Sassi e la città ma preferiamo partire dall’area più antica di Matera, le grotte naturali che già nel Paleolitico iniziarono ad essere abitate formando il primo complesso abitativo: il Parco della Murgia Materana.
Si raggiunge in pochi minuti in auto arrivando fino al Centro Visite di Jazzo Gattini. Qui è possibile partecipare a una visita guidata oppure armarsi di cartina per esplorare il parco e le famose chiese rupestri. Noi abbiamo dovuto optare per il giro libero perché per le visite non c’era più posto. Devo dire che esplorare la zona da soli non è facile perché i sentieri e i percorsi non sono ben segnalati e le chiese non sono facili da individuare. Davvero un peccato. Il consiglio che vi do quindi è quello di prenotare in anticipo.
Il Parco della Murgia offre un paesaggio collinare di grande bellezza e interesse dove si può notare lo stretto rapporto tra uomo e natura che caratterizza la storia di questa zona. Camminando lungo i sentieri si incontrano grotte, casali, forre, che conducono fino a quella che è conosciuta come la Gravina di Matera, un canyon spettacolare sotto al quale scorre l’omonimo fiume, che offre una delle viste più spettacolari sui Sassi.
Da qui si possono osservare i due quartieri della città, il Sasso Caveoso e il Sasso Barisano. E’ impossibile non rimanere estasiati da questa visione, tanto più che sta calando il tramonto e la luce si fa calda e avvolgente. Scendendo lungo la Gravina si possono visitiamo alcune delle antiche chiese rupestri, da non perdere la Madonna delle Tre Porte, S. Falcione, Madonna delle Croci, S. Agnese con affreschi bizantini.
Rientrando a Matera, ci godiamo la passeggiata serale lungo via del Corso, animata dai tanti bar e ristorantini e dal viavai continuo della gente. Quando scende la notte la città si illumina di mille luci creando un’atmosfera a dir poco emozionante.
Il giorno successivo ci attende Michele Zasa, la nostra guida per esplorare la città. Vogliamo sapere tutto di lei e della sua storia e il modo migliore di iniziare è quello di raggiungere Casa Noha, un’antica dimora nobile ristrutturata, ora di proprietà del FAI, che ospita un’interessante percorso, tra filmati multimediali ed esposizioni, per ripercorrere il passato della città. Scopriamo che fino al XX secolo il complesso abitativo di Matera era funzionale e ben congegnato, le grotte rupestri erano diventate vere e proprie case. In seguito al massiccio incremento della popolazione le grotte sono state successivamente invase da contadini e indigenti che avevano occupato stalle e caverne. Lentamente la città si è degradata con una grande diffusione di malattie e indigenza. Verso la fine degli anni ’50 lo Stato è intervenuto costringendo migliaia di persone ad abbandonare i Sassi. E’ incredibile pensare che proprio questa storia sia diventata la più grande attrattiva della Basilicata e che i Sassi di Matera nel 1993 siano diventati patrimonio dell’Umanità.
Subito dopo entriamo in un’altra abitazione nobile, il palazzo Viceconte, dimora del 1500 restaurata e convertita in hotel. Il proprietario ci accoglie e ci accompagna attraverso l’imponente scalinata fino al primo piano, dove si succedono eleganti saloni arredati con mobili autentici e una preziosa collezione di quadri dal 1500 al 1900.
La terrazza in cima all’edificio offre uno dei panorami più belli in assoluto: lo sguardo abbraccia il cuore dei Sassi con il palazzo vescovile spingendosi fino alla Gravina e al complesso rupestre. Scendiamo ai piani sotto, dove è in corso di apertura una mostra, per osservare i diversi strati abitativi della struttura.
Continuiamo l’esplorazione passando davanti alle zone riprese da alcuni famosi film girati qui come la Passione di Cristo e ci fermiamo a chiacchierare con alcuni artigiani che producono i tre oggetti simbolo di Matera: i timbri del pane (un tempo le pagnotte venivano marchiate dai forni per distinguerne la proprietà), la pacchiana, donna in tipico costume pisticcese e il cuccù, che veniva regalato dal pretendente alla sua fidanzata.
I loro laboratori e negozi si trovano proprio all’interno delle grotte del quartiere popolare ed entrando ci si può fare un’idea di come doveva essere la vita all’interno di queste “abitazioni”. Un punto davvero panoramico si trova nel Sasso Caveoso sul Monte Errone, che domina la scena con la Chiesa di S. Maria de Idris e la vicina S. Giovanni in Monterrone: la vista spazia davvero a 360 gradi. La zona è la più suggestiva perchè quella che conserva il suo aspetto originale, ma è evidente come ci sarebbe bisogno di ulteriori lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza di alcuni angoli ed edifici. Il tufo è molto friabile e il tempo un grande nemico.
C’è ancora tanto da fare per accogliere il flusso turistico che arriverà dopo la proclamazione di Matera Città Europea della Cultura 2019. Una grande opportunità che porterà la città sulla scena internazionale come merita, ma anche una grande sfida per una realtà piccola che deve investire ancora molto su se stessa senza perdere la sua straordinaria autenticità. E’ proprio questo il pensiero delle persone del posto con cui abbiamo avuto occasione di chiacchierare: c’è un generale entusiasmo verso questa nomina e quello che potrà portare a una città che soffre la situazione economica attuale e che ha senz’altro bisogno di crescere, ma anche il timore che l’essenza di Matera, di cui i materani sono profondamente innamorati, possa essere stravolta ed inghiottita da quella deriva turistica che porta aumenti di prezzo e sfruttamento incontrollato delle risorse. Io tifo col cuore per questa città che è davvero una ricchezza storica, culturale, paesaggistica assolutamente unica e tutta italiana.
Devo ancora parlarvi dell’esperienza speciale fatta in una spa in grotta, del percorso gastronomico alla scoperta della cucina lucana con consigli su dove e cosa mangiare a Matera, della visita a Miglionico e naturalmente, dell’esperienza del volo dell’angelo…il racconto del mio weekend a Matera è solo all’inizio!
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Quando lasciai la città, De Gasperi firmava la legge speciale per lo sfollamento dei Sassi (1952)
E poi ci sei tornata Mery?
[…] alla macchina perché ci aspetta la meta principale del nostro weekend: Matera. La meravigliosa Matera che visitai due anni fa per la prima volta e che mi lasciò incantata. Una di quelle città nelle quali ritornare è sempre […]